Lunedì
19 febbraio 2018 a Roma presso “LaFeltrinelli” nella Galleria
Alberto Sordi si è tenuta la presentazione del libro “Il regno
del male” di Sandro Ristori.
La presentazione è guidata da
Marco Di Marco e arricchita, impreziosita, dalla lettura di alcuni
brani fatti da Berta Filacchione.
La
presentazione è stata divertente, un dialogo inizialmente a due tra
Marco Di Marco e Sandro Ristori che poi ha coinvolto anche il
pubblico. È stata condotta in maniera frizzante, con battute
scherzose tra i due uomini, insomma uno stile giovane come è
l’autore. Prima di iniziare la presentazione l’autore ha invitato
alcuni spettatori (tra cui io!!!) a legare al braccio una fascia
bianca dicendo che in seguito sarebbe servita.
La
presentazione è stata aperta con la lettura di un brano, Berta ha
introdotto tutti alla storia partendo dalle primissime pagine,
catapultandoci in un mondo fantastico…
“La
donna morì quel giorno, e il duca tornò a regnare, e cercò di
dimenticarsi della donna e dei figli. Ma non ebbe altri discendenti,
perché era ormai vecchio. E quando divenne debole e cadente, il duca
confinante scatenò il suo esercito contro di lui, prese tutte le sue
terre, le donò ai propri figli, e rinchiuse il vecchio, che ormai
non era più duca, in una torre nel suo castello. E fu allora che il
vecchio capì. Capì che la maledizione esisteva davvero, ma non era
colpa della ragazza dai capelli d’oro.”
La
lettura del brano ci ha trascinato direttamente nel cuore del
romanzo. Ci ha già parlato del “segno”.
Marco:
Questo romanzo di Ristori è un romanzo rutilante, questa è la
parola che mi è venuta in mente leggendolo. È un romanzo corale che
si sposta per tutta la geografia dell’intero regno e fa parlare
tantissime persone, sono un grande coro. “Il regno del male” è
il primo episodio di quella che sarà una saga. Questo libro ha la
capacità di trascinarti dentro e di voler continuare a leggere. È
una storia che ha risvolti inaspettati, più piani di lettura. Questo
libro più che un libro fantasy è un libro metaforico, fatto di
simboli, metafore. È un libro che finisce, ma in realtà non
finisce…
Sandro:
… finale apertissimo.
Marco:
Questa sera però non vorrei parlare del libro, ma parlare più che
altro dell’ambientazione, del contesto in cui gli eventi si
svolgono.
Sandro:
Scelta saggia perché se parlassimo del romanzo rischieremmo di
perderci nelle trame e sotto-trame di questa storia e avremmo bisogno
di due giorni per parlarne.
Marco:
Vorrei parlare però delle atmosfere del libro, perché Sandro è
capace di restituirci tutte le vere atmosfere che si respirano in
esso. Il romanzo cambia in continuazione, c’è la fiaba, ma ci sono
momenti divertenti, momenti sensuali, scene crude e terrificanti…
La scrittura di Sandro è fatta di tante “sfumature”.
Prima
però parliamo della scrittura: questo è un libro che hai scritto,
perché…
Sandro:
Il libro l’ho scritto sostanzialmente perché ce l’avevo. Il
racconto è nato quando ho sentito la storia raccontatami da due
amiche, quindi un fatto vero, mentre mi raccontavano l’episodio…
ho visualizzato tutta la trama, quindi a quel punto, avendo la
vicenda intera in testa, mi sono detto perché non raccontarla…
Spero
di essere riuscito ad adeguare alla materia trattata un tipo di
scrittura, regolare lo stile alla scena raccontata, restituire una
scrittura adatta al punto di vista, allo stato d’animo e
all’atmosfera.
Marco:
È un libro che per molti versi fa parte del filone più
contemporaneo del fantasy, vorrei non usare questa etichetta ma in
realtà questa definizione ritorna…
Sandro:
… diciamo che è l’etichetta più comprensibile, perché in
realtà non sarebbe nemmeno un fantasy classico.
Marco
inizia a parlare in generale della geografia del Regno, ponendo
l’accento su tutte le loro caratteristiche. Chiaramente è un regno
in Decadenza, con il Duca della I Regione del Regno che fatica a
tenere il comando. A questo aspetto geografico sono affiancate la
peste, la fame e i barbari… Sandro inquadra l’aspetto storico. La
situazione storica è molto drammatica, è il momento in cui si
distrugge per poi creare le nuove regole. Il periodo storico a cui si
fa più riferimento è la Caduta dell’Impero Romano. Marco fa
notare che se è vero che tutta la parte storica sia immaginifica ha
però dei richiami con la storia attuale.
Marco
e Sandro continuano a parlare del romanzo dando risalto
all’importanza del territorio. Quindi si soffermano a descrivere la
XIII Regione e quindi la zona delle Grandi Paludi.
Sempre
conversando a due, Sandro e Marco parlano del fatto che il romanzo
non ha un protagonista specifico, ma c’è una coralità di
personaggi.
Sandro:
Il mio obiettivo era proprio questo, costruire una storia in cui
tutte le voci avessero pari legittimità. In cui tutti i protagonisti
fossero delineati nei propri sogni e nelle proprie personalità.
Senza dare alcun giudizio di valore.
Berta
quindi legge il brano in cui viene evidenziato il segno su Coral e
Kausi. Durante la lettura vengono spente le luci e si svela il
significato delle bende bianche… alcune di queste bende (non la mia
ahimè!!!) rivelano un “segno” luminoso, bene questi tre
fortunati riceveranno una copia omaggio dell’autore… Questo gioco
dà l’occasione all’autore di parlare del segno. Del valore che
il segno ha nel Regno. È un segno di segregazione, quasi il
corrispettivo della peste, è un segno di infamia. Da qui si parla
dell’aspetto importante della religione. Nel romanzo c’è una
religione istituzionale e poi una religione sotterranea che diventa
invasiva.
Sandro:
Mi interessava molto il tema della religione e per questo ho voluto
inserirlo. Ho dato spazio alla religione con un dialogo filosofico.
La religione è molto precisa, con una gerarchia precisa e con un
ordine sociale. Un religione che si basa sui misteri svelati. È una
religione stabile per tempi stabili, il problema è che questo non è
un tempo stabile ed è per questo che la religione sta perdendo il
suo potere. Il Dio doppio di questo romanzo è un dio della guerra, è
un dio con la spada. È un dio violento per tempi violenti. La
religione inizialmente andava bene perché dava risposte che la plebe
si aspettava, ma quando i tempi cambiano la gente non segue più
quella religione, che non può dare risposte certe. Le vecchie
certezze crollano e il nuovo avanza.
Marco:
Per tutta questa presentazione ho provato a dire che questo libro ha
diversi livelli di lettura. E si rifà a cose che noi sentiamo
vicinissime, che poi è un meccanismo classico raccontare l’attualità
attraverso periodi storici diversi. Io non posso non notare che il
declino del regno rappresenti la nostra decadenza…
Sandro:
… speriamo di no!
Marco:
Dipende da come andrà a finire la tua storia… Però guardando i
regnanti e il loro disinteresse verso il vero comando, sono persone
che vogliono solo il comando, sono persone capaci ma non hanno voglia
di occuparsene, sono in tutt’altre faccende affaccendati… è una
cosa che ti è venuta inconsciamente? O hai voluto rappresentare la
realtà?
Sandro:
In realtà io ho usato una sola regola, tutto ciò che mi interessava
l’ho scritto. Ho voluto parlare di tutti gli spunti che mi stavano
a cuore. La situazione politica attuale c’è nel libro, non
puntualmente però c’è… Nel romanzo, la politica perde l’idea
che la sosteneva, senza più l’ideologia che la sostiene è solo un
promettere.
Benché
la presentazione sia stata lunga viene dato ampio spazio alle domande
dei presenti. Chiaramente io già mi ero fatta riconoscere
all’inizio, ancor prima della presentazione quando Federica mi ha
presentato l’autore, infatti lo avevo avvisato che avevo un po’
di domande. Quindi quando Marco ha chiesto chi volesse fare domande
Sandro mi ha guardato e ha detto: C’è una ragazza (e qui non posso
che ringraziarlo per non avermi definito vecchia babbiona) che ha una
decina di domande già pronte.
Perché
il tuo romanzo ha proprio questa caratteristica grimdark, come mai ti
sei spinto verso questo stile?
Sandro:
Lo stile è quello che mi è connaturato, non avrei potuto scrivere
in nessun altro modo, la storia che mi si è presentata agli occhi
era questa e non la si poteva rappresentare in nessun altro modo, se
l’avessi edulcorata non sarebbe venuta una cosa accettabile.
Fra
i tanti personaggi del libro, benché tu non abbia dato giudizi
morali, ce ne è uno preferito? Uno in cui ti identifichi?
Sandro:
Identifico… no, perché sono tutti personaggi, chi più chi meno,
abbastanza disgustosi. Il personaggio che mi sta più simpatico forse
è Fagin (il traghettatore che accompagna i malati di peste dentro le
paludi), mentre il personaggio più positivo forse è Loki.
La
religione nel libro non ha una connotazione positiva, però è molto
importante. Si intreccia molto con la politica, ogni riferimento è
puramente casuale? Da quello che fin qui avete detto sembra di capire
forse no…
Sandro:
In questo rispecchia molto quello che penso.
Le
mappe le hai ideate tu? Quanto sono importanti per te?
Sandro:
Le mappe non le ho ideate io, ho collaborato con un disegnatore molto
bravo, Fabio Piacentini. Mentre scrivevo il libro pensavo proprio,
come farò a spiegare io come voglio questa cosa all’illustratore…
e lui miracolosamente riusciva a cogliere l’idea e mi rimandava la
mappa proprio come mi serviva. Sono molto importanti sia per me sia
per il lettore, ecco perché ho voluto metterle all’inizio di ogni
capitolo. Avevo il sospetto che il lettore potesse perdersi, che si
potesse smarrire nel filo del discorso e quindi una connotazione
spaziale era importante darla. E poi anche per me perché ti
garantisco che non è facile ricordarsi come si chiama quella città,
dove abitano questi, cosa fanno questi altri… Un riferimento mi
serviva assolutamente.
Sandro
termina dicendo che questa saga sarà una tetralogia, quindi si
prospetta un lavoro molto lungo.
Quindi
finita questa “chiacchierata”, Sandro ha firmato le copie del
romanzo.
Firmando
mi ha chiesto per quale blog stessi preparando il post e quindi ho
fatto il nome della mia amica Dolci che non era presente all’evento.
Io ho chiesto a Sandro di non dedicare il libro a me, ma a mio marito
e a mio figlio Massimiliano che sono amanti del genere più di me. E
ho fatto bene, appena tornata a casa ho dato loro il romanzo con
l’augurio di buona lettura scritto da Sandro e mio figlio mi ha
subito detto: Lascia lì che ora me lo leggo. E per “giovani
lettori crescono”… ha annusato le pagine e guardato le mappe, ha
tolto la sopra copertina e chiesto un segnalibro… dopo un giorno
era già a pagina 100!!!
Nota:
personalmente non ho letto il libro (Massimiliano mi sta dicendo che
è molto bello, che lo prende molto), quindi per le domande che ho
posto a Sandro devo ringraziare Chiara Ropolo (La
lettrice sulle nuvole) che ha letto il romanzo in anteprima e che
ha gentilmente “concesso” a me di presentare le sue curiosità.
Spero di essere stata all’altezza del compito.