Buongiorno, archiviate tutte, o quasi, le feste, arrivo con la recensione del terzo capitolo della serie con protagonista Fortunata, tanatoesteta per lavoro e pasticcera per passione.
Ringrazio Stefania per la copia cartacea del romanzo e le belle parole della dedica.
Autrice: Stefania Crepaldi
Titolo: Dimmi che non vuoi morire
Serie: Fortunata #3
Editore: Salani
Pag:: 295
Data di pubblicazione: 1 aprile 2025
Trama
Chioggia. Mentre la nebbia, con tempismo perfetto, invade la laguna nella notte di Halloween, Fortunata è china su un cadavere. Nessun macabro scherzo però, è soltanto il suo lavoro: sta truccando il viso di un’anziana signora per il funerale che si terrà di lì a poche ore. A dire il vero la ragazza ha sempre desiderato un destino diverso, magari come pasticciera o come cuoca in un grande ristorante, ma suo padre ha bisogno di lei nell’impresa funebre di famiglia e farebbe qualunque cosa pur di rimandare i sogni della figlia. Il giorno dopo, Fortunata riceve una chiamata d’urgenza. Il suo padrino Dante Braghin, colonnello della Guardia di Finanza, deve darle due notizie. La prima: c’è una giovane donna, soffocata nell’incendio di una fabbrica, e vorrebbe che fosse lei a occuparsi del trasporto in ospedale. La seconda, ben peggiore: il loro comune amico, l’agente Vito Sabelli, l’uomo che più volte le ha spezzato il cuore, è di nuovo operativo. Sono i segni inequivocabili che altre disgrazie stanno per scombussolarle la vita, quando il suo unico desiderio sarebbe quello di sfornare pasticcini e rendere felici gli altri. Mescolando le atmosfere cupe del noir con quelle brillanti della commedia, Stefania Crepaldi costruisce un’indagine ricca di sorprese che ha come oggetto i contrasti, le speranze, le insicurezze che accompagnano chiunque cerchi di dare una direzione alla propria esistenza.
In questo terzo romanzo ho ritrovato con piacere il personaggio di Fortunata e l’ambientazione particolare della laguna veneta che io adoro.
Devo dire, che in questo libro l’ho vista più decisa nel cercare di realizzare il suo sogno di diventare una pasticcera. Da ogni sua parola e da ogni suo gesto si comprende benissimo la sua passione culinaria e il desiderio di potersi occupare a tempo pieno a questa attività. Mi è piaciuto inoltre come riesce a tenere testa a suo padre.
Il signor M invece non è migliorato per nulla e continua a compiere azioni davvero sciocche e immature, inconcepibili per un uomo della sua età ed esperienza. Possibile che abbia agito con così tanta leggerezza?
Quello che mi ha stupito di più e non in positivo, e che ho trovato davvero irritante è Vito. Mi sento tradita da lui che era il mio personaggio preferito. (uomini…) Ha delle pretese assurde nei confronti di Fortunata, pretese alle quali lui stesso non è disposto a sottostare (ipocrisia portami via).
Per
come sono fatta io ritengo che non si può avere un rapporto serio se
non c’è fiducia e sincerità da entrambe le parti.
In questo
contesto ho apprezzato sicuramente molto di più Andrea che
nonostante tutto si dimostra essere un vero e fidato amico per
Fortunata.
Lo stile narrativo di Stefania è oltremodo scorrevole e curato, fattore che non mi sorprende per nulla visto il lavoro che fa.
Un piccolo ma doveroso appunto. Il libro dovrebbe essere accompagnato da almeno un paio di creazioni culinarie di Fortunata... avevo l'acquolina in bocca per tutto il tempo e una lettrice fedele va accontentata!